Josu
De Solaun
Press

A noi vecchi, provenienti dalla cultura del long playing, se non dal 78 giri, come nel mio caso, il cd arrecò la novità non solo di poter ascoltare un brano lungo senza dover girare il disco, ma addirittura di disporre di più opere sullo stesso disco. Da quel che ricordo i primi cd, tranne poche eccezioni (ricordo un disco americano di Variazioni Goldberg – Rosalyn Tureck, 90 minuti – su un solo cd) raramente superavano un’oretta scarsa. Mi dicono che il cd c’è va in pensione e c’è roba ancora più vasta, ma non ne sono aggiornato. Per me la musica è analogica ed è quella del long playing.

Il pistolotto iniziale è per lodare questa casa, che non conoscevo, non tanto per i 77 minuti di durata, che sono una normale prassi, quanto per aver riunito su un disco quattro opere per pianoforte e orchestra che non credo si siano mai trovate assieme: tre dei lavori più noti scritti da Franz Liszt (altri sette ne scrisse, trascrizioni comprese, il vulcanico compositore), e quel gran valzer che Richard Strauss compose all’inizio della sua produzione, e che chiamiamo Burlesca, prima di voltare le spalle al pianoforte (peccato!) e al teatro, al grande sinfonismo e alla musica vocale. Opera impegnativa e variamente virtuosistica sia dal lato puramente pianistico che da quello orchestrale. Ovviamente sono lavori che han sempre costellato la discografia di nomi storici in campo sia pianistico che direttoriale; anche quello di Strauss. Ma le proposte moderne di nomi non occorrono mostri stellari per avere interpretazioni convincenti: il pianista Josu De Solaun ha del tutto lo slancio e la fantasia, la libertà e il sogno dell’improvvisazione. Non è sempre semplice ottenerlo dalla registrazione, che molte volte appiattisce certi pianissimo, specie in zona acuta. E le buone intenzioni del direttore Jonathan Pasternack, sul podio dell’orchestra morava, sovente sono state chiarificate da una ripresa sonora non troppo definita nei dettagli, a cominciare dal triangolo nel Primo Concerto di Liszt. Ma in sostanza si apprezza ovunque un discorso coeso e appassionato, tutt’altro che standardizzato, anzi quasi vertibile. Mi sono piaciute assai ovunque e sono proprio il modo così naturale di passare, nella Burlesca, da un episodio all’altro, dal brillante al espressivo e al sentimentale, dell’interprete pianista coadiuvato dal suo partner della bacchetta, costituisce il lato più positivo del disco.

Riccardo Risaliti Revista MUSICA (Italy)