Josu
De Solaun
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In Italia il nome dello spagnolo Josu de Solaun dice poco, ma basta ascoltare le prime battute dei Davidsbündlertänze per comprendere di essere di fronte a un pianista di gran classe, impetuoso negli slanci, raffinato nella ricerca sul suono e senza inibizioni nel lasciarsi sprofondare nel magma emotivo schumanniano. Classe 1981, Josu de Solaun ha vinto la XIII edizione del concorso ‘‘Enescu’’ a Bucarest nel 2014 e sfodera il tocco incisivo e sicuro, il volume di suono e il vigore del fraseggio propri dei virtuosi in grado di sbaragliare la concorrenza nei grandi concorsi internazionali. In questo CD pubblicato dalla giovane etichetta spagnola IBS, che è stata fondata nel 2012, il virtuosismo passa addirittura in secondo piano rispetto a una frenesia nel raccontare la musica che travolge l’ascoltatore. Non succede soltanto nelle inquiete visioni dei Davidsbündlertänze (il numero 13 del ciclo, Wild und lustig, è davvero arrembante), succede anche in Brahms, con le sonorità orchestrali, per esempio, del primo brano dell’Op. 118, con il vigore ritmico del terzo (la Ballata in sol) e con le ottave travolgenti della parte dell’ultimo brano del ciclo, l’Intermezzo in mi bemolle.

Come è febbrile nell’impeto ritmico e nelle sonorità, Josu de Solaun è febbrile in un fraseggio mosso e inquieto fino all’inverosimile, in particolare nei Davidsbündlertänze, un fraseggio accompagnato da dinamiche cangianti e screziate in cui si riflette tutta l’ansia di Schumann. Il risultato è un’interpre- tazione di altissima tensione fantastica, febbrile e visionaria, tra momenti di incantata contemplazione in cui la dolcezza di canto si sposa però ad un’in- quietudine sottile, come nel caso del quinto brano del ciclo, momenti in cui il fraseggio si carica di una molle sensualità come nel n. 14 (Zart und singend) e a momenti di puro incanto come nel diciassettesimo brano, Wie aus der Ferne, dove la musica risuona come un canto della memoria.

Il fatto è che alla sicurezza della tecnica e all’autorevolezza dell’approccio al pianoforte Jo- su de Solaun affianca una capa- cita` rara di far respirare la mu- sica e di dare vita a un panorama timbrico di estrema ricchezza dinamica e timbrica. Quello che riesce a fare in Wie aus der Ferne lo fa anche nell’Intermezzo op.117 n. 1 di Brahms, immerso in un’atmosfera sospesa e sognante da ninna ninna, come del resto suggerisce la citazione posta all’inizio del brano dallo stesso compositore. Per non dire dello spolverio so- noro della parte centrale della Romanza op. 118 n. 5 e delle magie timbriche delle prime battute dell’Intermezzo op. 118 n.2, in cui il La alla mano destra alla seconda battuta sembra provenire da un altro mondo, tanto è leggero nelle sonorità, mentre il fraseggio è un continuo ondeggiare. E per tutta la durata di questo intermezzo affiorano, come in un incanto, le melodie secondarie, in un raffinato intreccio di voci. (September 2022)

Luca Segalla Revista MUSICA (Italy)